Imposta di soggiorno

Può essere legittimo tassare il soggiorno? Il soggiorno è un diritto elementare dell’uomo come utilizzare l’aria e infatti ci sono interi continenti che non immaginano minimamente la sua introduzione. Anche in Italia verso la fine degli anni ottanta del secolo scorso fu abolita. Perché era un retaggio del sistema fascista? Perché non la pagava nessuno e cioè era ampiamente evasa? Per incentivare il turismo? Non si saprà mai, ma è certo che da qualche lustro questa idea mussoliniana è tornata in auge. Per Venezia o Roma o Firenze sembra assolutamente necessaria per ridurre l’afflusso dei turisti che non si sa dove mettere. Quindi si inventano penalità di ogni tipo per fermare chi ha il torto di voler visitare tali città; i politici, preda di una specie di delirio di onnipotenza, si sentono liberi di porre in essere qualunque cosa.

Ma come stanno veramente le cose? L’economia che abbiamo studiato a scuola e che moltissimi hanno dimenticato, ci dice che se c’è una forte richiesta di un bene, come appunto la visita di una città, il prezzo di alberghi e ristoranti di quella città lievita; così da un lato scema il numero dei visitatori e dall’altro gli imprenditori che beneficiano di quel rincaro guadagnano di più e quindi investono in ulteriori strutture ricettive aumentando l’offerta; in tutto questo anche lo stato, regione e comune percepiscono più tasse per via dell’aumento dei profitti e delle vendite e quindi con queste nuove entrate può migliorare il funzionamento delle infrastrutture pubbliche. Poi è arrivato il fascismo che pensava di abolire l’economia libera (o che non l’aveva studiata bene) e ha introdotto questo obbrobrio che la Repubblica si è guardata bene dall’abolire immediatamente (quando si tratta di soldi i politicanti che sostituiscono quelli di prima sono ben cauti). Oggi dell’economia libera non si ricorda più nulla nessuno e la classe di politicanti al potere ha una fame di soldi mai vista… e quindi viene reintrodotta anche questa imposta.

Anche a Bari. 2Chi viene a Bari va punito” sembrano pensare i politicanti e quindi dalli a inventare una nuova (per Bari) forma di tassazione. Chi paga? Lo straniero ospite delle strutture alberghiere. Ma come, i politicanti dicono da sempre di fare il diavolo a quattro per farli venire (i maligni dicono che gli pagano anche il biglietto aereo sempre a spese del contribuente); poi dicono che se vengono è per merito loro… e poi li puniscono. Bah forse non abbiamo capito qualcosa noi…

In verità la cosa è molto differente da come la dichiarano lor signori: chi effettua il versamento nelle casse esangui del comune è l’imprenditore albergatore che dovrebbe chiederli ed incassarli dal cliente e poi versarlo. La stessa cosa dell’Iva che sarebbe a carico del cliente consumatore e non certo dell’imprenditore che però ne è responsabile e cioè se non la incassa la paga con i soldi suoi. Quindi per ricapitolare -almeno grossolanamente- il povero imprenditore è responsabile dell’Iva (tassa sul consumo), delle tasse del dipendente che deve calcolare al posto suo, dei contributi previdenziali del dipendente che deve calcolare e versare sempre a propria cura e spese, delle proprie tasse e della propria previdenza (che sono a livelli inaccettabili) e adesso anche della imposta di soggiorno che deve riscuotere, e puntualmente versare e proprio rischio. Naturalmente gli errori sono considerati alla stessa stregua della evasione. Se poi il pagamento avviene con al “carta” l’imprenditore subisce un ulteriore spesa che va a sostenere le povere banche anche se queste sono accusate di avere super profitti! E poi vi sono le tasse che si pagano anche se non vi sono clienti come l’IMU! Questo comporta che l’imposta di soggiorno come tutte le altre produce un aumento dei costi e quindi dei prezzi da far pagare al malcapitato che avesse deciso di venire in Puglia? Certo, ma questo non importa alla politica perchè gli imprenditori -specie i piccoli- non hanno santi in paradiso e le loro organizzazioni sono ampiamente asservite alla politica. Così le piccole imprese divengono dei bancomat per i politicanti che si avvicendano nel controllo delle istituzioni.

Trasformare le imprese in bancomat della politica è comodissimo per i politicanti che quindi non cambieranno mai una situazione così favorevole.

Le imprese così non crescono se non con l’appoggio delle banche e della politica “amica”; cosa di cui ci si lamenta da parte di tutti anche se è prodotta dalla politica… e anche la imposta di soggiorno va nella stessa direzione.

Al lettore l’ardua sentenza.

Canio Trione