CNR a Bari. Con due criticità. Parcheggi e pericolosità
‘Ecosistema di innovazione Aris’ è il progetto barese, che prevede la realizzazione della nuova sede dell’area di ricerca del Cnr di Bari in una porzione del complesso immobiliare della ex Manifattura Tabacchi nel quartiere Libertà, ad esso sono stati destinati più di 20 milioni di euro. Il nuovo campus ospiterà 180 laboratori di sperimentazione e quasi mille ricercatori, oltre a laboratori, biblioteche, aule e centri di elaborazione dati. Al suo interno si svolgeranno attività di ricerca ma anche di formazione e consulenza tecnologica alle imprese, nonché attività di disseminazione e sensibilizzazione alle discipline Stem (Science, Technology, Engineering e Mathematics) rivolte alle scuole e alla comunità. Il progetto riguarda il recupero di una superficie lorda pari a circa 19mila mq in cui collocare 16 istituti dell’Area di ricerca di Bari. Le aree interessate dall’intervento, attualmente inutilizzate, sono di proprietà dell’Università e versano in uno stato di abbandono e degrado.
Il progetto esecutivo prevede, inoltre, la realizzazione di un parcheggio di superficie. L’area riservata alle automobili sarà situata verso l’attuale ingresso di via Ravanas, sfruttando i suoli, anch’essi in annoso stato di evidente abbandono, dell’ex cinema Arena Giardino. Questi spazi, una volta recuperati, serviranno a garantire la sosta delle auto sia dei ricercatori e sia degli abituali clienti dell’attuale mercato giornaliero che insiste nelle altre due ali della ex Manifattura, tra via Nicolai, via Ravanas e via Crisanzio. Sull’ala di via Ravanas, sta per nascere la nuova stazione dei carabinieri, un presidio di legalità chiesto a gran voce dal quartiere. Si tratta di quasi 520 metri quadri ricavati al piano terra, il cui allestimento costerà poco più di un milione di euro, tra sistemi di videosorveglianza, camera di sicurezza, sala d’attesa, locali per oggetti sequestrati, archivio e foresteria per il personale. Invece, sul fronte del mercato ortofrutticolo giornaliero, che versa ormai da tempo in condizioni di forte degrado strutturale e igienico, si attende il cronoprogramma del Comune relativo al recupero e alla riqualificazione degli ambienti.
Ora noi ci chiediamo se tutto questo possa bastare a fare fronte ad un’opera così corposa oppure non vada a congestionare ulteriormente il quartiere più popoloso della città di Bari?
Come mai un progetto del genere non prevede la realizzazione di piani interrati adibiti a zona di parcheggio del personale impiegato nel nuovo centro nazionale di ricerca?Ed ancora, perché non si è pensato prima di utilizzare un’area in evidente stato di abbandono, come quella dell’ex Arena Giardino, per migliorare il flusso dei mercatali e dei fruitori del mercato rionale? Evidentemente negli anni addietro è bastato concentrare in questo punto la zona di parcheggio a strisce bianche, per garantirsi un bacino di voti non indifferente. Visto che la normativa dei parcheggi che suddivide le varie aree a strisce blu, non è chiara nel garantire una porzione di parcheggi gratuiti accanto a quelli a pagamento. Ma se proprio non si è pensato ad un piano di recupero di aree di parcheggio che evitasse la maggiore congestione di traffico in quel quartiere, non sarebbe stato utile pensare alla realizzazione di una area di parcheggio periferica, come per esempio la caserma Briscese su via Napoli, ormai in disuso, e tramontata come ipotesi di cittadella della Giustizia? Trasformando questa caserma, in parcheggio di scambio, e creando un servizio navetta in collaborazione con una serie di bus operator locali. Per non pesare sulle casse già abbastanza deficitarie della municipalizzata Amtab.
E nella nuova struttura del CNR, come siamo messi in materia di sicurezza sul lavoro?
Esiste il D. Lgs n. 25/02 che ha modificato il D. Lgs 626/94, aggiungendo il titolo VII bis, che detta norme riguardo la protezione dei lavoratori contro i rischi per la salute e la sicurezza che derivano, o possono derivare, dagli effetti di agenti chimici presenti sul luogo di lavoro. Considerando che nei laboratori possono essere alti i rischi di inalazione batterica o virale o chimica, e quindi già il personale è potenzialmente a rischio, sebbene perfettamente preparato ed istruito sulle modalità di esecuzione di qualsiasi esperimento, il pericolo è sempre in agguato. E considerando che un evento inatteso può sempre succedere, è il caso che un centro di ricerca possa sorgere in pieno centro cittadino?
La ricerca, sebbene preveda passaggi studiati e pertanto obbligati, non è sicuramente un lavoro di routine come avviene in un qualsiasi laboratorio. La sperimentazione potrebbe avere in sé elementi di imprevedibilità, tali da poter creare pericolo.
I cittadini lo sanno? Sono stati informati? Noi nel nostro piccolo ci teniamo a creare attenzione attorno a questo progetto, poiché non si debba correre ai ripari a posteriori. Meglio informare sui dovuti rischi che la cittadinanza può incorrere. In modo da sollevare più di qualche dubbio, e suscitare nei cittadini la volontà di ribadire con fermezza una opposizione a questo progetto, che non è stato nemmeno spiegato alla città. Ma deciso nelle stanze dei bottoni da una classe dirigente che evidentemente non ha a cuore la salute dei cittadini.
Giuseppe Romito