Il metaverso mafioso
Il nuovo fronte sul quale puntano le mafie è quello del metaverso. A rivelarlo è l’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia che pone l’attenzione sulle piattaforme di comunicazione criptate e, in generale, su internet e dark web.
Il documento, che fa riferimento al secondo semestre 2022, presenta un focus proprio sul nuovo scenario “rispetto al quale Europol – si legge – ha già evidenziato le potenziali criticità”. Si sottolinea, infatti, la capacità delle organizzazioni criminali “di cogliere celermente le trasformazioni tecnologiche e dei fenomeni economico-finanziari su scala globale”.
L’approfondimento sottolinea che bisogna investigare nel mondo delle piattaforme virtuali «per “seguire il flusso dei soldi”, come diceva il Giudice Giovanni Falcone. Il futuro è già oggi, il denaro viene movimentato dalla criminalità in forma elettronica, velocemente nei nuovi ambienti digitali, come quello del metaverso dove si scambiano anche oggetti ed opere d’arte NFT (Non Fungible Token). Gli investigatori devono acquisire nuove competenze per essere preparati a queste nuove tecnologie, è imperativo conoscerle, imparare a utilizzarle, soprattutto sviluppare le capacità investigative per intercettare i patrimoni illeciti, per poterli bloccare e sottrarli alla criminalità».
Siamo intervenuti diverse volte in merito al problema dello sfruttamento della Rete da parte delle organizzazioni mafiose soprattutto per la gestione delle attività illegali di raccolta di scommesse e di gioco clandestino. Qui, però gli scenari cambiano. Il metaverso è stato descritto come la prossima interazione di Internet. Per questo il rapporto Europol fornisce una prima prospettiva incentrata sugli attuali sviluppi sull’argomento, sulle potenziali implicazioni per gli organi di polizia, nonché raccomandazioni chiave su ciò che la comunità delle forze dell’ordine potrebbe fare per prepararsi al futuro e sapersi muovere nel metaverso per monitorare i rischi, le minacce e le opportunità delle tecnologie emergenti.
Il panorama della criminalità organizzata, infatti, è «caratterizzato da un ambiente in rete dove la cooperazione tra criminali è fluida, sistematica e guidata da un focus orientato al profitto. Tra le organizzazioni mafiose si va sempre più affermando la tendenza a mutuare i modelli organizzativi e le strutture aziendali dove si fa sistematicamente “Networking” (lavoro in rete), coinvolgendo nelle attività illecite imprenditori senza scrupoli che non hanno la piena consapevolezza del calibro criminale dei soggetti con cui interagiscono, anche se questi non esitano a ricercarne il contatto».
Per contrastare queste nuove offese criminali bisogna, quindi, adeguare gli strumenti tecnologici a disposizione delle agenzie di sicurezza alle nuove sfide nella lotta alla criminalità organizzata, aumentare le capacità di penetrazione del metaverso, delle comunicazioni criptate e in generale del web (sia la rete internet che il dark web) e in altri settori del mondo digitale meno conosciuti, perché le mafie sono capaci di rigenerarsi continuamente, perché hanno a loro disposizione tecnologie e tecnici di altissima specializzazione.
Ciro Troiano