Chi tiene, in Italia, del “cor di Federico (Biden) ambo le chiavi”?
Chiedersi a chi nuoccia e a chi giovi l’ormai incontenibile fenomeno dell’immigrazione sulle coste siciliane (e non solo) non è un fuor d’opera se si vuole tentare di capire chi abbia un concreto interesse a portare tanto marasma nei nostri confini (e di conseguenza su quelli Europei).
Non è poi fuori luogo porsi, altresì, il problema se minimizzare la portata del fenomeno da parte delle forze politiche che operano nel vecchio continente non sia un indice sicuro del loro asservimento alla potenza economica cui (si possa dimostrare che) giovi la mancanza di stabilità (economica, sociale e politica) in tutti i Paesi Europei. (Va escluso, naturalmente, il Regno Unito di Gran Bretagna, sottrattosi, con il colpo di coda della Brexit, al destino del vecchio continente e postosi sulla linea del suo tradizionale “alleato” statunitense volta alla sostanziale chiusura dei propri confini).
Sul primo punto, Matteo Salvini, leader della Lega, senza fare nomi e con un linguaggio criptico non lontano dal motto popolare “Qui gatto ci cova” ha fatto capire “al colto e all’inclita” che, a suo giudizio, quelle stesse “manine” cui accennava spesso Bettino Craxi per indicare le ripetute e frequenti intromissioni straniere negli affari interni italiani non siano esenti da responsabilità per l’armamento (in gergo navale, ovviamente) di navi che, in ultima analisi, sorreggono, con palese complicità, l’attività criminale degli “scafisti”, non lontani, per giunta, da mafie e agenzie di spionaggio variamente dislocate sul globo.
Sul secondo punto un lamento, al tempo stesso doloroso e irato, per l’insinuazione leghista è venuto da esponenti dei mass-media che secondo alcuni osservatori politici esprimono, con qualche ingannevole (e non innocua) “licenza”, la sostanziale posizione del Movimento 5 Stelle, ritenuto ormai, senza troppi dubbi, il vero elemento di rincalzo del Partito Democratico, voluto negli stessi ambienti americani (si aggiunge spesso: massonici) che, fin dai tempi della scoperta di Beppe Grillo e dei suoi ben calcolati “Vaffa”, avevano perso la fiducia nelle capacità “barricadere” dei post-comunisti, passati “con bagagli e senza armi” nelle file degli “atlantisti” più sperticati.
Stampa e televisione di quella parte politica attribuiscono alla propaganda massmediatica la percezione “alterata” e la reazione scomposta della gente italica agli sbarchi a Lampedusa e dintorni, come se quei mezzi di comunicazione di massa non fossero proprio nelle mani degli “amici d’oltreoceano e d’oltremanica” e come se la paura esasperata dell’invasione migratoria non contribuisca essa stessa a rendere più instabile e barcollante il governo della povera Giorgia Meloni, illusasi di aver conquistato e di tenere saldamente nelle proprie mani “del cor di Federico (leggasi: Biden) ambo le chiavi”.
Luigi Mazzella