Vendetta e sangue
Il premier israeliano ha detto che Israele si vendicherà dell’attacco lanciato da Hamas contro Israele. La parola vendetta non è contemplata nel diritto Internazionale che prevede solo la ritorsione o la rappresaglia come risposta “lecita” ad una offesa subita. Naturalmente queste reazioni -pur violente e militari- devono essere commisurate alla offesa subita proprio per non avallare e legittimare escalation dall’esito imprevedibile. Se invece Israele vuole assestare una lezione memorabile rischia di uscire da questi dettami e rischia di innescare una lunga guerra che sembra essere nei desideri degli arabi! Ma come mai da un po’ di tempo tutti hanno questa voglia di fare le guerre? Se la Germania scovasse l’autore del sabotaggio del gasdotto che cosa dovrebbe fare? Un’altra guerra?
D’altro canto anche gli assalitori hanno posto in essere una azione che avrà pure una ragione molto ben studiata. E quindi ci chiediamo: gli arabi non prevedevano una risposta ebraica così rabbiosa? Come mai hanno voluto uno scontro che costerà anche a loro perdite umane enormi? I ragazzi che si sono avventurati in territorio israeliano che probabilità hanno creduto di avere di tornare alle loro case? Chi ha addestrato (e dove) tutti gli addetti ai missili e alla guerriglia in territorio nemico? E, quello che più conta: chi ha messo i soldi?
La dimensione degli eventi è di gran lunga maggiore delle questioni di leadership interna delle forze coinvolte quindi ci sono altri protagonisti non noti. La questione ci viene presentata -come sempre- in modo che noi dobbiamo formarci l’idea che vogliono; sembra infatti da quello che leggiamo sui media che sia in atto uno scontro tra un numeroso gruppo di scalmanati appartenenti a una minoranza riottosa di subire ancora la condizione di colonia. Ci ricordano altresì che da sempre esiste questa tensione che ogni tanto riemerge; cioè: tutto nella norma come sempre. Ma se vi sono finanziatori che a loro volta hanno dei loro interessi ci saranno anche motivazioni esterne a quelle popolazioni direttamente coinvolte; e il fatto che israeliani e americani, francesi e inglesi siano stati all’oscuro di cotanti preparativi come fossero caduti dal pero la dice lunga sulla preparazione capillare degli assalitori e sulla potenzialità che hanno in serbo.
Quindi per provare ad immaginare una risposta proviamo ad allargare lo sguardo.
La progressiva automazione delle produzioni in tutto il mondo ha espulso masse crescenti di lavoratori che non troviamo a passeggio solo nelle periferie delle maggiori città occidentali ma in tutta l’area immediatamente vicina all’Occidente. In Europa la costa settentrionale dell’Africa come l’intero Medio oriente sono letteralmente allo sbando come ancora peggio avviene nelle aree più a sud. Non v’è futuro per queste centinaia di milioni di persone che, per queste ragioni, hanno dato vita all’esodo biblico che tutti conosciamo. Inoltre tutto ciò getta benzina sul fuoco anticolonialista e antioccidentale che arde sotto la apparenza buonista dei regimi che governano laggiù. Cioè si è aperta la successione all’Occidente nel controllo di queste moltitudini lasciate sole con se stesse dal fallimento e conseguente ritirata del sistema delle multinazionali.
Contemporaneamente l’Occidente ha deciso di puntare su energie “verdi” a tutto scapito di quelle fossili. Le multinazionali del settore sembrano avere deciso in questo modo di ridimensionare la forza dei produttori di materie prime energetiche, petrolio in testa. È mai possibile che le petromonarchie mediorientali non se ne siano accorte? E non si siano arrabbiate? È mai possibile che anche la guerra in Ucraina non abbia una parentela con questa questione? Oppure, più concretamente, si è aperto uno scontro tra politiche energetiche e quindi tra multinazionali con interessi potenzialmente confliggenti tra di loro? Da un lato gli stati petrolieri (tra i quali la Russia è una componente importante), mentre dall’altro le multinazionali delle tecnologie che guidano la UE (come anche i dem americani) verso la transizione verde non certo per attenzione verso i nostri polmoni o per raffreddare il pianeta ma per ridimensionare per sempre queste potenze petrolifere che hanno una forza non più accettabile. Se è così si spiega il flusso di danari verso gruppi votati allo scontro che così mandano un segnale preciso a chi sa interpretare i messaggi. Poi la storia ci dirà se materialmente è stato quello stato o quell’altro ad attivarsi concretamente per primo ma il fenomeno potrebbe essere questo.
Israele risponderà per salvare la propria credibilità militare e la propria immagine. Se eccede il fronte mediorientale diverrà un altro buco nero in cui gettare parti crescenti della spesa pubblica occidentale, fino al suo collasso che visto il livello del debito potrebbe non essere così lontano…
Vedremo.
Canio Trione