Concorso psicologi Forze Armate. Accesso negato ai militari over 35. Una beffa

La questione non è di poco conto. E riguarda tutte le Forze armate dall’Esercito alla Marina militare passando per l’Aeronautica. Tutte prevedono il reclutamento di psicologi (sia militari che civili) purchè non abbiano superato i 35 anni di età. Perchè eventuali aumenti dei limiti di età, previsti dalle vigenti disposizioni di legge per l’ammissione ai pubblici impieghi, non si applicano per le Forze Armate. Perché? Davvero difficile dare una spiegazione che sia logica.  

Succede, allora, che all’interno delle Forze armate ci siano militari, arruolatisi in giovane età, che, nel corso della carriera, nelle ore libere dal servizio hanno studiato, si sono laureati in psicologia, si sono abilitati, hanno conseguito master, ma a loro non è consentito di accedere al concorso perché (e non può che essere così, considerato il fatto che il loro percorso di studi è stato parallelo all’attività di servizio reso allo Stato), hanno superato il limite “invalicabile” dei 35 anni.

Di conseguenza si consente a civili, che nulla sanno di mondo militare e di problematiche militari, di partecipare al concorso ma si impone uno sbarramento a chi la vita da militare e le problematiche annesse, le ha vissute sulla propria pelle e sa quindi leggere anche i non detto.

C’è da chiedersi perché si assumono, con un bando, psicologi esterni anziché usufruire delle risorse interne all’amministrazione mettendo uno sbarramento all’età? La domanda sorge spontanea anche considerando le misure predisposte dallo Stato in relazione alla sensibilizzazione all’elevazione culturale.  L’articolo 1474 del decreto legislativo 15 marzo 2010, n. 66, cita infatti testualmente: “Lo Stato promuove l’elevazione culturale…”, un’elevazione culturale, che evidentemente è fine a sé stessa visto che poi ai bandi, superati i 35 anni i militari che hanno deciso, a proprie spese, di elevarsi culturalmente viene vietato l’accesso a concorsi che ne consentirebbero anche un cambio di mansione.

Per non citare l’iniziativa “PA 110 e lode”, un protocollo d’intesa per la Pubblica Amministrazione che prevede di usufruire di un incentivo per l’accesso ai corsi di laurea. Uno spreco per l’amministrazione che elargisce incentivi ai dipendenti per laurearsi e poi non sfrutta la conoscenza e le competenze acquisite.

L’amministrazione militare potrebbe giovarsi di personale di variegata esperienza, ma non lo fa.

Tra i militari psicologici interni all’amministrazione ci sono sottufficiali e graduati, dei più svariati reparti, anche di reparti operativi, con tanti anni di servizio e missioni all’estero, che ben conoscono le dinamiche del personale militare, perché ne hanno una conoscenza diretta e possiedono gli strumenti psicologici per poter intervenire.  Ma questo non conta.

Gli psicologi esterni all’amministrazione necessiterebbero di tempo per comprendere l’ambiente militare, un mondo al quale i militari sono come sempre già pronti, pronti a ricevere anche l’ennesimo “no”.

Giusto per restare in tema. Il 20 ottobre prossimo scade il termine per poter presentare domanda di ammissione al concorso per sottotenenti psicologi nell’Esercito 2023. Il concorso straordinario, per titoli ed esami, prevede il reclutamento di 5 sottotenenti psicologi in servizio permanente nel ruolo speciale del Corpo sanitario dell’Esercito. Il bando, aperto a militari e civili, prevede però un limite di età: 35 anni. Nulla di nuovo, dunque.

Lia Romanelli