Troppi difetti di fronte allo specchio? Potresti essere affetto da dismorfofobia

Alzi la mano chi non ha almeno una cosa del proprio aspetto che proprio non gli piace.  Il naso troppo grosso, troppo piccolo, le labbra sottili o troppo carnose, gli occhi troppo vicini, il forma del viso troppo arrotondata o troppo lunga e l’elenco potrebbe continuare. Nella maggior parte dei casi, ciascuno di noi ha imparato a convivere con quelle che sono le nostre peculiarità, i nostri caratteri distintivi, quelle piccole “imperfezioni” che ci rendono unici.

Ma non è così per tutti. Ci sono persone che di queste imperfezioni, vere o false che siano, ne hanno fatto una malattia della mente: la dismorfofobia, un termine complicato che indica un disturbo dello spettro ossessivo-compulsivo. Chi ne è affetto è ossessionato da pensieri negativi sul proprio aspetto fisico.  

A soffrirne sono sia uomini che donne per un totale del 2,4% della popolazione italiana ma il numero è in crescita anche perché in tanti ne soffrono e non ne sono consapevoli.

Il problema comincia a presentarsi nell’adolescenza e, se non tenuto a bada, può portare a problemi ben più gravi. Ma può presentarsi anche tra  i 45-50 anni quando si affacciano i primi segni dell’invecchiamento.

In linea generale per chi soffre di questo disturbo ogni parte del proprio corpo può rappresentare un problema per forma, misura: naso, occhi, palpebre, sopracciglia, orecchie, bocca, labbra, denti, mascella, mento, guance, testa, ma anche seno, natiche, addome, braccia, mani, piedi, gambe,  fianchi,  denti, capelli e via di seguito.

E di certo, per queste persone che hanno già sviluppato una particolare fragilità, non sono un toccasana le immagini di perfezione, spesso artificiale, che vengono rilanciate dai media. Tanto che può accadere che una persona affetta da dismorfofobia si sottoponga ad interventi di chirurgia estetica per risolvere il “problema” ma, dopo l’intervento, continuerà a non essere soddisfatta del proprio aspetto.

E come per tutti i disturbi, il primo passo verso la guarigione è ammettere di avere un problema.

Lia Romanelli