Crimini & animali: l’analisi del nuovo Rapporto Zoomafia
I traffici legati allo sfruttamento degli animali, come il Rapporto Zoomafia LAV denuncia da un quarto di secolo ormai, rappresentano un’importante fonte di guadagno per i vari gruppi criminali che manifestano una spiccata capacità di trarre vantaggio da qualsiasi trasformazione del territorio e di guadagnare il massimo rischiando poco. A livello internazionale, la criminalità organizzata dedita ai vari traffici a danno degli animali si distingue per la sua capacità di agire su scala internazionale, per il suo orientamento al business, per la capacità di massimizzare il profitto riducendo il rischio. Tali traffici sono il simbolo, al pari delle altre mafie, della società globalizzata.
Le varie indagini svolte nel corso degli anni nel nostro Paese hanno fatto emergere una realtà zoomafiosa composita, articolata, con capacità di tessere rapporti collusivi con apparati della pubblica amministrazione. Si tratta di gruppi molto dinamici sotto il profilo economico, che fanno uso di modalità operative particolarmente sofisticate, diramati su tutto il territorio nazionale e con intrecci internazionali.
Possiamo individuare, così come emerge dall’analisi del Rapporto Zoomafia 2023, gli interessi della criminalità organizzata in senso stretto, acclarati da indagini ed esiti investigativi, nei seguenti filoni: corse clandestine di cavalli, illegalità nell’ippica, scommesse clandestine e controllo dei centri di raccolta scommesse anche on-line, mercato del pesce, abigeato, macellazione clandestina e controllo dei pascoli. A queste condotte delinquenziali consolidate si associano altre non codificate a sistema, ma che sono emerse in inchieste e denunce a carico di singoli esponenti delle consorterie mafiose o di loro sodali, come il traffico di cuccioli, il bracconaggio in alcuni territori, alcune tipologie di traffico di fauna selvatica, il traffico clandestino di armi da caccia di frodo in alcune zone, il controllo di singoli rifugi per cani e relativo accaparramento delle convezioni pubbliche, i combattimenti tra cani, la pesca di frodo, la raccolta e l’allevamento illegale di mitili. C’è da dire che, al netto della distinzione tra criminalità organizzata e criminalità comune, tutte le forme di “maltrattamento organizzato” sono realizzate attraverso gruppi strutturati e, sovente, vere e proprie associazioni per delinquere.
Le corse clandestine si confermano condotte criminali ricorrenti, sistematiche, seriali che seguono schemi e rituali, e hanno continuità temporale. Gli individui coinvolti commettono gli stessi reati più volte; il modus operandi è ripetitivo e la scena criminis è quasi sempre la stessa. E anche questo è un modo per dominare e controllare: le mafie impoveriscono il territorio non solo economicamente, impedendo qualsiasi forma di imprenditoria libera e sana, ma anche alimentando la fragilità delle persone, la povertà sociale; e laddove vi è miseria, in tutte le sue manifestazioni, vi sono coloro che si arricchiscono, in tutti i sensi. È necessario, quindi, mantenere alta l’attenzione nei confronti di un settore che, se non adeguatamente controllato, oltre a rappresentare un’importante fonte economica per le casse delle mafie, comporta molteplici effetti negativi anche sul piano economico e sociale.
Al nuovo corso di formazione per gli operatori della “Polizia dei Giochi e delle Scommesse” che si è tenuto nel mese di maggio 2023 presso la Scuola di Polizia di Nettuno e nel quale ho tenuto una lezione su “Fenomenologia dei combattimenti tra animali”, sono stati fatti specifici interventi formativi anche sulle corse clandestine di cavalli, le truffe ippiche e relative scommesse. La Polizia dei Giochi e delle Scommesse è un settore investigativo della Polizia di Stato organizzato con nuclei specializzati presenti su tutto il territorio nazionale, coordinati dallo SCO – Servizio Centrale Operativo della Direzione Centrale Anticrimine. Numerose sono le aree di intervento verso cui, nell’ambito dell’azione di contrasto ai tentativi di infiltrazione della criminalità organizzata nei settori dei giochi e delle scommesse, si dispiega l’azione della struttura d’indagine: organizzazione e gestione di scommesse clandestine, apparecchi da intrattenimento illegali (tra cui “slot machine” truccate e “videopoker”), condizionamento del regolare andamento delle gare, corse clandestine di cavalli, combattimenti tra animali ecc.
All’inizio degli anni Duemila, l’allora capo della Polizia, il prefetto Antonio Manganelli, intuì la necessità di guardare al settore dei giochi e delle scommesse come uno degli ambiti privilegiati di influenza e di aggressione da parte della criminalità organizzata di tipo mafioso, tant’è che ritenne necessario la creazione del “Nucleo centrale per la polizia dei giochi e delle scommesse” al fine di adeguare sia le professionalità della sicurezza pubblica sia le metodologie di contrasto.
Ciro Troiano