Schiavi dell’algoritmo o compagni di viaggio?

Parlare di algoritmi è all’ordine del giorno da quando la tecnologia invade e pervade la vita di tutti i giorni.

Ma cosa sono gli algoritmi? Sono numeri. Che lavorano insieme tra loro al fine di proporre e creare la realtà. Al fine di condizionare le scelte dell’agire quotidiano. 

Gli utenti sono i soggetti passivi di questa storia. Ma non per il filosofo Benasayag. Egli infatti sostiene, nel suo libro “La tirannia dell’algoritmo”, che non c’è Algoritmo che tenga davanti all’imprevedibilità dell’essere umani.

Per altri l’Algoritmo è un incantesimo. Ed al pari di esso, in grado di plasmare la vita delle persone. La pensa così Ed Finn che esplicita la sua teoria nel libro “Che cosa vogliono gli algoritmi?”.

L’algoritmo come cellula base del processo di informatizzazione dell’informazione. L’Algoritmo come nucleo a partire dal quale costruire il palazzone dei big data. Tutti quei milioni di dati che gli utenti inconsapevoli forniscono per ogni cookie accettato. Per ogni rilevazione della posizione consentita. 

Quale posizione assumere davanti a questo scenario? 

Certamente non quella di difesa. Davanti ai molteplici benefici che la tecnologia porta con sé, non si può che ringraziare i big della Silicon Valley. 

Un approccio collaborativo è quello che permette di sfruttare al massimo l’avanzata tecnologica. Senza diventarne schiavi.

Partire dal presupposto che gli algoritmi non sono buoni. Né cattivi. Essi si adeguano all’uso che se ne fa. 

Un uso sano e consapevole o un consumo malato? Se ad ogni azione corrisponde una reazione, ognuno tragga le proprie conclusioni. E quindi, schiavi dell’algoritmo o compagni di viaggio? Ciascuno avrà una risposta diversa. In base all’esperienza. In base ai propri modelli mentali.

Ma c’è una cosa unisce tutti: ogni azione o non-azione, ogni parola detta e, ancor di più, ogni parola non detta influenza e plasma il mondo. 

Perché anche quando si crederà di non aver agito, di non aver deciso… una scelta sarà già stata operata.

 Lucia Ricchitelli