Quel crudele lancio del gattino
Un video messo su TikTok alcuni giorni mostra un ragazzo, chiuso nella sua cameretta, che lancia in aria un gattino e lo lascia cadere a terra. Tutta la scena è accompagnata da risate compiaciute.
L’episodio sembra essersi verificato Ragusa e il video, fatto circolare sui social, è arrivato anche ad un’attivista animalista, che ha provveduto a mettere in salvo l’animale e a rendere pubblico il fatto.
“Quanto accaduto ci lascia increduli e sgomenti. A Ragusa, come in altre province italiane, assistiamo a scene di violenza sugli esseri viventi più indifesi, scene che non vorremmo mai vedere, ma che invece stanno diventando sempre più frequenti”, ha commentato la sede locale LAV di Ragusa. “Auspichiamo il riconoscimento delle responsabilità di questi ragazzi per il gesto in sé e per la sua divulgazione attraverso i canali social. Speriamo possano intraprendere un percorso di rieducazione, che li renda consapevoli della violenza messa in atto e rispettosi, invece, di ogni essere vivente”.
Che non si parli di ragazzate e di bravate, perché si tratta di un’azione gravissima che deve essere punita adeguatamente, innanzitutto per un senso di giustizia nei riguardi della vittima animale; e poi perché tali azioni indicano l’esistenza di comportamenti aggressivi in atto e di probabili futuri comportamenti antisociali. Il tema della violenza nei confronti degli animali, infatti, è strettamente collegato al tema della violenza nei confronti degli esseri umani e dei comportamenti antisociali in genere.
Queste evidenze scientifiche, però, sono largamente sottovalutate sia dalla gente comune, che risolve tutto con una ragazzata, sia, fatto più preoccupante, dalle agenzie di formazione, di educazione e di prevenzione. Un esempio: dal 2015 fino al 2022 secondo i dati delle 29 Procure presso il Tribunale per i Minorenni presenti nel nostro Paese elaborati per il Rapporto Zoomafia LAV, sono appena 231 i minorenni denunciati per crimini contro gli animali. Un numero insignificante rispetto alle decine di migliaia di adulti denunciati per lo stesso tipo di reati nello stesso periodo. E tuttavia altri indici ci restituiscono narrazioni completamente diverse, con atti diffusi e una violenza contro gli animali generalizzata e gratuita. Sembra quasi che tali condotte, agite da minorenni, non vengano percepite come importanti e serie.
A riprova di quanto siano diffuse le forme di maltrattamento di animali agite da minorenni, riportiamo i dati di una ricerca. Nell’anno scolastico 2013/14 abbiamo svolto un’indagine nella scuola secondaria di primo grado, intervistando 1500 studenti (750 femmine e 750 maschi), tra gli 11 e i 14 anni, sul tema preadolescenti/adolescenti e maltrattamento di animali.
Il 14,4% del campione ha dichiarato di aver maltrattato un animale almeno una volta. Si tratta del 19,1% dei maschi e del 9,7% delle femmine.
Il 47,2% di coloro che hanno detto di aver maltrattato animali ha dichiarato di averlo fatto una sola volta.
Il 5,3% del campione ha detto di averlo fatto “un paio di volte”. L’1,2% del campione ha risposto: “Sì, diverse volte”.
Percentuale poco diversa per coloro che hanno risposto “Sì, lo faccio spesso”: l’1,1% del campione. Il 42,6% ha anche assistito a maltrattamenti di animali da parte di altre persone.
Quello del postare video di maltrattamenti e uccisione di animali sui Social sembra essere un leitmotiv che compare spesso nei fatti di cronaca, in particolare in quelli che vedono agenti negativi i minorenni. Si va dal prendere a calci un gatto e scaraventarlo al muro, al lanciare un gatto in aria, al legare un petardo al collo di un gabbiano e farlo esplodere in volo. Sicuramente alcuni maltrattamenti vengono pensati e perpetrati all’unico scopo di postare i video in rete, in questo senso l’immensa visibilità di Internet rappresenta il luogo dove rendere universali i propri violenti quanto stupidi “atti gloriosi”. Le tipologie dei maltrattamenti postati sui Social, oltre all’uccisione di animali e violenza gratuita, presentano una casistica molto più ampia che coinvolge anche adulti: combattimenti tra animali (immagini di cani, video di combattimenti o allenamenti cruenti); corse clandestine di cavalli (video di gare e corse, di incidenti con cavalli da corsa); zooerastia (immagini e video zoopornografici); crush fetish (video o immagini di uccisioni di piccoli animali tramite schiacciamento con i piedi); bracconaggio (video o immagini di abbattimento di specie rare).
Altro che ragazzate.
Ciro Troiano