Alla Fondazione Leonardo Sciascia di Racalmuto le “Giornate Sciasciane 2023” La due giorni dedicata allo scrittore racalmutese per le scuole dell’agrigentino

Per il 34° anniversario della morte dello Scrittore avvenuta, appunto, il 20 novembre del 1989, la Fondazione a lui dedicata come ogni anno ha organizzato le “Giornate Sciasciane”, cioè la due giorni edizione 2023 coincisa con il lunedì 20 e il martedì 21 novembre e intitolata: “A ciascuno il suo”. Come è facile notare, ogni anno il titolo del convegno viene ripreso da quello di un’opera di Leonardo Sciascia. Lo scorso anno, ad esempio, fu intitolata: “Il mare colore del vino” e nel 2021: “Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia”. Nei due giorni prima citati, tredici Scuole superiori dell’agrigentino si sono confrontate circa il predetto romanzo giallo. Ha aperto l’incontro il Sindaco di Racalmuto Dottor Vincenzo Maniglia. Nel secondo giorno invece è stata l’Assessora alla Cultura Dottoressa Ivana Mantione a portare i saluti delle Autorità comunali. Il coordinatore della due giorni è stato il Professore Zino Pecoraro.

  Si riporta qui di seguito l’elenco delle tredici scuole partecipanti al convegno: Liceo Classico e Musicale “Empedocle”, Liceo Scientifico “Politi”, Liceo Scientifico Statale “Leonardo” e I.T.C. “Leonardo Sciascia”, tutti di Agrigento; Liceo Statale “Linares” di Licata; I.I.S. “E. Fermi” e I.C. “Leonardo Sciascia”, entrambi di Racalmuto; Liceo Scientifico “Archimede” di Acireale; I.I.S. “Giovan Battista Hodierna” di Palma di Montechiaro; I.I.S. “Manzoni – Juvara” di Caltanissetta; Liceo Scientifico, Linguistico e Classico “U. Foscolo” di Canicattì; Liceo Statale “M. L. King” di Favara; I.I.S. “Giovan Battista Hodierna” di Mussomeli. Gli studenti delle citate scuole quindi si sono avvicendati, alcuni nel primo giorno e altri nel secondo, con letture, studi, approfondimenti e persino con una breve performance teatrale, inerenti il suddetto romanzo giallo.

  Anche in questo romanzo Sciascia evidenzia con amarezza la sconfitta della ragione e della verità, la disfatta della giustizia e dell’onestà, e, per contro, trapela malinconico e sconfortante il trionfo della menzogna e dell’ingiustizia, laddove quest’ultime risultano essere l’innaturale frutto della corruzione dell’animo umano, o, ancor meglio, del malanimo umano. In molte pagine vi si scorge chiaramente la resa dell’intima aspirazione alla verità di molti intellettuali onesti; desiderio che purtroppo non trova ancora uguale corrispondenza e riflesso nelle istituzioni e nella politica, pullulanti come sono di individui dalla dubbia moralità, sospinti unicamente da logiche e da ragioni di potere e di interesse personale, come accade al “rispettabilissimo” (solo in apparenza) e furbissimo avvocato Rosello, personaggio di spicco del romanzo.

  Si riporta più sotto l’epilogo, redatto dal sottoscritto, della breve rappresentazione teatrale degli studenti del Liceo “U. Foscolo” di Canicattì, accompagnati dalle Docenti: Teresa Cambiano, Lella Falzone, Tiziana Farrauto e Nicolina Marchese: «Quella che stiamo vivendo è un’epoca buia. Un nuovo oscurantismo già incombe sul genere umano. Un’oscurità che come uno stormo di neri avvoltoi volteggia sulle teste d’un’umanità infiacchita e cieca che confusa annaspa nelle tenebre. E allora quale miglior momento di questo incontro fra studenti per riscoprire le limpide pagine d’uno scrittore dal pensiero illuminista come Leonardo Sciascia, che dell’esercizio della ragione e della ricerca della verità fece i suoi verbi? Una cupa incisione dello spagnolo Francisco Goya raffigura un uomo addormentato circondato da mostruose creature alate che minacciose gli volteggiano intorno, mentre nell’angolo basso di sinistra campeggia la famosa epigrafe: “Il sonno della ragione genera mostri”. E l’opera letteraria di Sciascia è una continua esortazione al risveglio delle coscienze; è un perenne pungolo all’uso dell’intelletto contrapposto al pregiudizio e all’ignoranza. Oggi più che mai il moderno “Sapere Aude” condensato nell’opera sciasciana, soprattutto laddove regna l’oscurità e il malaffare, laddove impera l’intrigo e la violenza, è il più prezioso retaggio culturale che uno scrittore possa consegnare all’umanità. Cosicché questo convegno dedicato al nostro Leonardo Sciascia vuol essere anche un modo per ringraziarlo del suo pregiato lascito letterario. Dunque, mille volte grazie Maestro!». 

Angelo Lo Verme