Restaurato il fregio del Vittoriano
Il fregio di marmo Botticino dell’Altare della Patria, realizzato dallo scultore lombardo Angelo Zanelli (1879 – 1942), è stato restituito agli occhi estasiati del pubblico, dopo un accurato lavoro di restauro. Infatti, nella Capitale, presso il Vittoriano, è stata recentemente inaugurata la mostra dedicata a “La Dea Roma e l’Altare della Patria. Angelo Zanelli e l’invenzione dei simboli dell’Italia unita”, accessibile con ingresso libero, nella Sala Zanardelli, fino a domenica 25 febbraio 2024.
Il primo obiettivo della mostra è rivalutare la figura di Angelo Zanelli, l’artista che conquistò fama a livello nazionale e anche internazionale grazie al fregio per l’Altare della Patria e alle numerose commissioni nell’America Latina. Tuttavia, dopo la morte, la sua figura è caduta nel dimenticatoio. La direttrice del VIVE (Vittoriano e Palazzo Venezia), Edith Gabrielli, sul tema ha dichiarato: “Per molto tempo non solo Zanelli, ma tutti gli scultori attivi nel Vittoriano sono rimasti vittime di una mancata comprensione critica. La mostra contribuisce a cambiare il senso delle cose: essa aiuta i visitatori e anche gli studiosi a conoscerli meglio. Ne emerge un quadro diverso e certamente positivo: possiamo così affermare che il grande fregio dell’Altare della Patria è definitivamente restituito al pubblico e alla critica”.
L’esposizione racconta l’intera carriera dell’artista bresciano, dagli esordi fino alle prestigiose commissioni degli anni Venti e Trenta, mettendone in luce le mutazioni stilistiche, dal verismo alla scelta simbolista ispirata ai modelli secessionisti viennesi, fino al neomichelangiolismo dei primi anni Venti e al novecentismo dei pieni anni Trenta.
Nel percorso espositivo è possibile ammirare, per la prima volta, una selezione di gessi provenienti dalla Gipsoteca del Vittoriano, che vantano un legame con l’Altare della Patria, e il suo autore, restaurati anch’essi per l’occasione. La mostra è stata curata dal professor Valerio Terraroli dell’Università degli Studi di Verona, insieme ad una équipe di studiosi. Il monumento, fino a qualche mese fa, si trovava in uno stato di notevole degrado. L’esposizione diretta alle intemperie, all’inquinamento di piazza Venezia, i cantieri per il potenziamento della metropolitana e, ancor più, le particolari condizioni termo-igrometriche avevano minato la tenuta del marmo, ricoperto da uno spesso strato di depositi scuri.
Oggi si può apprezzare, fin nel dettaglio, la qualità del fregio, compresa la scelta polimaterica per la Dea Roma: sono ben visibili, infatti, sia l’oro del mosaico di fondo della nicchia, sia l’argento della statuetta della Vittoria alata e della lancia. “La Dea Roma è il vero e proprio perno iconico e significante dell’intero complesso monumentale del Vittoriano” – ha commentato il professor Terraroli. I lavori hanno coinvolto anche la Tomba del Milite Ignoto: la pulitura del marmo, il trattamento della corona bronzea e dei bracieri con la fiamma eterna le hanno conferito nuovamente piena dignità.
Il secondo intervento, realizzato da Luca Pantone, riguarda 44 gessi (bozzetti e modelli) che fanno parte della cosiddetta Gipsoteca del Vittoriano, un patrimonio di 250 gessi, oggi conservato tra il Vittoriano stesso e i locali dell’ex Mattatoio di Roma, messi a disposizione, per l’occasione, dalla Soprintendenza speciale Archeologia Belle Arti e Paesaggio. Una parte di questi 44 gessi vanta un legame diretto con l’Altare della Patria. È questo il caso dei bozzetti e dei modelli del fregio, ovvero di quei manufatti che Zanelli realizzò per il concorso del 1908 e poi, insieme ai suoi collaboratori, ne preparò la versione definitiva in marmo. In molte altre circostanze il legame con l’Altare della Patria può considerarsi indiretto. In questa seconda categoria, che racchiude opere “di contesto”, ricadono il bozzetto di Adolfo Cozza, del 1905-1906, e quelli di Ettore Ximenes, predisposti in occasione della gara del 1908, ma anche alcuni pezzi che gli eredi di Zanelli donarono allo Stato italiano nel 1951.
L’esposizione racconta: il concorso del 1908, il referendum popolare in occasione dell’inaugurazione del Vittoriano nel 1911 (che portò alla definitiva vittoria di Zanelli), i vari stadi dell’esecuzione del fregio, l’inserimento della Tomba del Milite Ignoto nel 1921 e la collocazione della statua della Dea Roma nel 1925. In mostra sono esposti 57 pezzi, un patrimonio, fino a pochi mesi fa, quasi sconosciuto. Importanti materiali sono giunti in prestito da istituzioni museali e collezionisti italiani. Un ruolo di primo piano ha giocato in tale senso la collaborazione con la Fondazione Brescia Musei, che conserva una considerevole mole di materiali documentari e artistici legata a Zanelli, a sua moglie e ai suoi amici.
Al termine del percorso espositivo, è stata allestita una sala di realtà immersiva molto suggestiva. Grazie alla potenza del digitale, il visitatore può vivere un’esperienza coinvolgente entrando: sia nella cerimonia di inaugurazione del Vittoriano nel 1911, sia nel viaggio ferroviario della salma del Milite Ignoto da Aquileia a Roma, nel 1921, ma anche nello stesso fregio di Zanelli restaurato, grazie alle immagini della campagna fotografica di Mauro Magliani.
L’evento affollato, fin dai primi giorni, da ricercatori, cittadini e turisti, oltre alla riscoperta della figura e delle opere di Angelo Zanelli, si propone l’obiettivo di condividere con il pubblico un luogo simbolo dell’Italia come l’Altare della Patria, dove, forse più nitidamente che altrove, si può ascoltare il battito della Nazione.
Vincenzo Legrottaglie